martedì 6 ottobre 2009

Day 6

Quando mi sveglio lo svizzero non c'è, vado a farmi una doccia bollente, quando finisco lo incontro alla reception che parla con la signorina, ha bisogno di lavare i suoi indumenti e chiede come fare.
Preparo lo zaino per bene, esco tutto, piego e infilo nuovamente dentro, ci entrano un sacco di cose adesso! Ecco a cosa serve piegare i vestiti!
Prendo l'autobus per andare in centro, non faccio il biglietto,, qualche "imprevisto" se pur previsto ci vuole, sono poche fermate e la giornata si prospetta un po noiosa, non ci sono controllori.
Ho lo zaino con me, cammino spedito lungo il viale pedonale più lungo della Lituania, c'è una chiesa in fondo, scatto fotografie a bizzeffe, giro e rigiro, finalmente mi perdo, non ho ancora tirato fuori la mappa dallo zaino. Andare allo sbaraglio mi piace.
Consulto la mappa solo se lungo il cammino non riesco propio a trovare qualcosa, qualsiasi cosa che attiri la mia attenzione. Quando non ci sono cose interessanti intorno a me significa che mi trovo in una zona diciamo "anonima", è difficile anche da individuare sulla mappa. Chiedo ad una ragazza, è alta, mora, ha occhi castani, intensi, seno abbondante, molto. Non parla inglese, cerca di individuare sulla mappa il punto esatto dove ci troviamo, ci mette un po a trovarlo ma ce la fa.
Continuo a camminare, convinto di andare verso il castello di Kaunas, mi rendo conto di andare dalla parte opposta... cosa mi ha detto quella ragazza!?
Chiedo ad una donna con una bambina piccola, non mi capisce, cosi mi passa il vicino di tavolo.
Ok! Adesso ci sono, sono dinuovo vicino alla chiesa in fondo al viale ma nella parte posteriore, faccio il giro. Ripercorro tutto il viale nel verso opposto a prima, continuo zigzagando per le vie del centro fin quando non arrivo al fiume.

IL FIUME!

E' grande, impetuoso, massiccio, arrogante.


Ci siamo!

Mi passa subito la voglia di remare,
L'acqua corre velocissima e si mischia in correnti che scaltre vanno via, lontano dai miei occhi che affascinati, e spaventati ammirano, e fanno trasparire un animo turbato e ansioso, di avventura, di adrenalina, pieno di incoscienza.

Cammino lungo il fiume e continuo a guardarlo, guardo il cielo, poi lui, e immagino le lande desolate che attraversa lungo la sua corsa verso il mare. Lontano da qui, andrei con lui, ma resto qui e la gioia che l'immagine di volare sull'acqua provoca in me è annegata.

Continuo a camminare, non guardo più il fiume o il cielo, guardo per terra.

Mi sdraio su una piattaforma galleggiante nera di pece, come una lucertola sotto il sole, sole che forte mi riscalda la pelle.

Un sentiero lungo il fiume, il silenzio è disturbato da risatine femminili, ragazzine bevono e fumano sigarette, chiedo loro se dopo quegli alberi c'è il castello, e se è possibile comprare una bicicletta usata da qualche parte. Divertite e stupite, mostrano la loro stupidità infantile.

Sono nel corner dei fiumi, in una sorta di isoletta, con un parco animato da bambini che giocano non troppo rumorosi. Le panchine in legno hanno la forma di tavole da surf!

Lo zaino pesa, inizia a farmi male la schiena, sto cercando un internet point per mandare alcuni messaggi su Couchsurfing. Vedo un vetrina, c'è scritto "computer" e qualcosa in lituano, da fuori vedo i computer all'interno, un omone grosso mi dice che è una scuola di qualcosa e non un internet point, ma mi fa usare lo stesso il pc, navigo per un ora e mezzo mentre lui seduto su una sediolina dorme con le mani nel pancione, russa forte.
Kotrina mi risponde subito, bene! ci incontriamo qui fuori tra pochi minuti..
Non è come le altre, non è carina, è mascolina, non che la mascolinità sia sinonimo di poco carina, anzi, qualche volta la mascolinità giova ad alcune.
Andiamo a casa sua, vive con un cane ed un gatto, Pupa, la cagna, è selvaggia e giocherellona, cerco di starle lontano, non vorrei mi venisse l'allergia!
Usciamo immediatamente e andiamo nel suo bar preferito, io caffè espresso e lei cappuccino, naturalmente non mi aspetto un espresso, ma soltanto un caffè, e infatti...va comunque bene, è caldo, mi basta.
Chiacchieriamo del più e del meno, e di autostop, mi dice che lei lo fa spesso, quasi tutti i fine settimana, è una cosa molto comune tra i lituani, non è pericoloso, dice.
Dopo pochi minuti va via, ha un appuntamento con il dentista, io rimango al bar, pago il conto e scrivo il diariodi viaggio dei 2 giorni precedenti, scrivo per più di un'ora distraendomi saltuariamente da belle visioni nordiche! La bella cameriera risponde ai miei sorrisi ebeti, che bello!
Piove, è quasi ora di andare a casa, vado impavido sotto la pioggia. Kotrina non può mangiare nè parlare. Mente prepara la cena sto su internet.
Vado a farmi la barba, il bagno è un disastro, la vasca è nara come l'asfalto, non c'è l'acqua calda, non ho la schiuma da barba, non l'ho portata per non appesantire ulteriormente lo zaino, uso la saponetta, i peli rimangono attaccati al rasoio e non vogliono saperne di staccarsi, impiego parecchio tempo, alla fine faccio un discreto lavoro, ma mi brucia la faccia, ci vuole aria fresca, dopo la cena faremo un giretto, andremo in un pub molto carino, il freddo fa svampare il calore dalla pelle del viso ma rimane arrosata.
La cenetta non è niente male. Pollo, funghi, insalata russa, e vino rosso italiano...
Il pub è al quinto piano di un palazzo sul viale principale di Kaunas, quello che ho percorso non so quante volta la mattina, sediamo fuori, ordiniamo e aspettiamo Stefano, Italiano, e il un suo collega, Tedesco, sono simpatici, soprattutto Stafano, mi faccio una serata di ridere con loro, Stefano racconta i suoi cinque mesi trascorsi in terra lituana e le peripezie, il freddo a cui non era abituato, i colleghi, il lavoro, le donne, e lo fa con un inglese divertente, ogni tanto parlaimo in italiano, di cose un po più private per non farci capire!
Si fa mezzanotte e andiamo via. Fa freddo, passiamo da una piccola chiesetta, è piena di ceri accessi, Kotrina mi parla di sua madre, è morta anni fa, non vive con il padre, non si vedono quasi mai, lui si è fatto un altra famiglia, in un altra città, lei viene qui a pregare e a parlare con la sua mamma.
Pupa, la cagna dorme nella stessa stanza dove dormo io, salta sul letto ogni 2 minuti...metto i fazzolletti accanto al cuscino.

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